Ieri mattina alcuni esercenti di piazza della Repubblica hanno fatto una scoperta curiosa: nella fontana della piazzetta spuntava qualcosa. Ma cosa? Avvicinandosi, tutto è apparso più chiaro: una strana installazione, una scultura raffigurante due braccia rivolte al cielo che sorreggono un cuore.
Chi l’ha collocata? Perché si trova lì? Sono state queste le prime domande che si sono rincorse fin dalle prime ore del giorno. I dubbi sono durati qualche ora, finché ieri pomeriggio il sindaco Alan Fabbri ha lanciato un appello sui social: “Artista, palesati”.
E l’artista si è fatto avanti: si chiama Hxoro, è originario delle Marche. In città per un evento, non ha resistito al desiderio di lasciare una traccia. “Ferrara mi ha dato subito una bella sensazione, ha un valore particolare. Così ho voluto lasciare un mio omaggio, a modo mio”, ha raccontato una volta contattato.
Di solito, come lui stesso spiega, le sue opere scompaiono nel giro di due o tre giorni, portate via da qualcuno. Per questo, in accordo con i commercianti della zona e con l’artista, la scultura verrà rimossa alla sera e riposizionata nella fontana la mattina seguente. E già da stamattina, il tam tam in città ha portato tante persone a passare dalla piazza per fare una foto all’opera, che si intitola “Umanità per Umani”.
“L’opera ci ha subito incuriositi e abbiamo voluto saperne di più, cercando chi potesse essere l’autore. Siamo felici che Ferrara sia scelta per opere d'arte urbane - ha detto il primo cittadino Fabbri -. La nostra città è da sempre aperta all’arte e alla cultura, grazie a questo artista per aver trovato nel nostro territorio uno spazio fertile su cui operare e grazie ai ferraresi per aver apprezzato così tanto questo gesto”.
L’arte del donare, senza volere nulla in cambio se non delle reazioni. Il percorso di Hxoro nasce – come si legge sul suo sito – da una scoperta che ha inaspettatamente plasmato la sua traiettoria artistica. Sfogliando un libro, Psychology di Peter Green, trovato abbandonato sul ciglio della strada a Bushwick durante il lockdown del 2020, ha notato un dato curioso: i bambini, subito dopo il primo anno di vita, iniziano a offrire oggetti agli altri come modo per testare reazioni, avviare un contatto e creare un linguaggio condiviso anche con gli estranei.
Questo piccolo dettaglio antropologico è diventato il seme concettuale della sua pratica.
“Hxoro – spiega – incarna lo stesso impulso: il desiderio di smuovere le correnti emotive sotterranee che le persone portano con sé, ma che raramente esprimono. Le mie installazioni e le mie opere visive funzionano come un invito – a volte un gesto clandestino – che cerca di risvegliare stati dormienti di attenzione, curiosità e vulnerabilità. In ogni pezzo cerco di rievocare quell’atto precoce e istintivo di tendere la mano, proponendo un momento di connessione attraverso il linguaggio fragile e intuitivo dell’arte.”