Cos'è
Negli anni ’30 il regime fascista ha sponsorizzato la colonizzazione della Libia per dare un futuro a tutti i mezzadri che stentavano ad andare avanti. Attilio non ha esitato ad accettare spingendo la moglie Erminia, i cinque figli, il padre e il fratello a seguirlo. Un bando fascista di primavera 1940 obbliga però gli italiani in terra libica ad affidare allo Stato i propri figli dai 4 ai 15 anni per le vacanze estive in patria: tredicimila bambini, tra cui tre figli della coppia, vengono caricati su otto navi e seguiti da sorveglianti particolarmente severe. Qualche giorno dopo, il dieci giugno ‘40, l’Italia entra in guerra e la Libia diventa il primo fronte. Oltre ad Attilio, costretto ad arruolarsi, gli altri due figli decidono volontariamente di farlo e vanno a combattere. I tredicimila bimbi italiani figli dei coloni libici intanto si ambientano a una vita di tipo militare nelle colonie italiane: sveglia all’alba, preghiera, esercitazioni, istruzione, ordine e disciplina. La loro vacanza diventa una vera e propria deportazione; senza possibilità di rientro vengono spostati da una colonia all’altra, in ambienti sempre più deteriorati dalla durata del conflitto e dalla mancanza di viveri. Intanto in Sicilia sbarcano, insieme agli alleati, le Tigri indiane: un gruppo di combattenti che si stabiliscono sulla Linea Gustav, nei pressi del fiume Sangro, non lontano da Pesaro dove le due bimbe italo-libiche soggiornano soggiogate dalle sorveglianti della colonia. Mehr, uno dei soldati indiani, per sfuggire ai nazisti si allontana dal suo campo e una delle figlie di Attilio, la maggiore, lo incontra mentre sta cercando bacche e radici. Tra la severità delle colonie, le sommarie uccisioni da parte dei fascisti e l’adesione di uno dei fratelli ai partigiani, i giovani figli di Attilio non perdono la speranza di ritrovarsi e di riabbracciare la propria famiglia. Proprio la speranza li guiderà strenuamente anche se la guerra ha ormai stravolto le loro vite, cambiandoli profondamente.
Francesco Bianchi (classe 1976) si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Firenze. Memorialista e scrittore, risulta attivo in Associazioni per la Memoria e divulgazione storica. Titolare nell’a.a 2025/2026 del corso “L’Eccidio di Cefalonia tra storia, narrazione e filmografia” presso l’Università dell’età libera di Firenze. Tra i riconoscimenti ottenuti, figurano il Premio Armando Curcio 2025 per la sezione autore “Storie nella storia” e il Premio Nicola Zingarelli 2024 con Il Coraggio dei vinti. Nel 2024 ha pubblicato Cefalonia. L’ultima speranza (Armando Curcio Editore).