Archeologia, riapre la stagione degli scavi sulle tracce dell’antica delizia estense perduta
Il 2 ottobre prende il via la seconda campagna nell’area di Belfiore, coinvolti un centinaio di studenti e volontari
28/09/2023
Si apre la nuova stagione di scavi archeologici - ad opera di studenti e volontari - nell’area di Belfiore, sulle tracce dell’antica delizia estense scomparsa, causa incendio, nel 1632.
L’avvio della nuova campagna è previsto il 2 ottobre: dalle 09:00 circa un escavatore realizzerà le prime operazioni preliminari per sondare le profondità nei nuovi punti di ricerca, nell’area interessata di circa un ettaro e mezzo, a nord ovest dell'ultimo tratto di corso Ercole I d'Este. I giovani ‘archeologi’ saranno preliminarmente formati con le nozioni fondamentali di sicurezza e sulle procedure da adottare in cantiere.
Si appresta quindi a partire un nuovo anno di ricerche, nell’ambito del progetto pluriennale di archeologia partecipata che coinvolge circa un centinaio di studenti dei licei Ariosto e Roiti e volontari, progetto sostenuto economicamente dal Comune e con la collaborazione di Soprintendenza, Provincia e Consorzio di bonifica.
“Apriremo nuovi ‘fronti’ di ricerca verso nord - annuncia la dottoressa Chiara Guarnieri, coordinatrice scientifica -, partendo dagli scavi dell’anno scorso (poi richiusi una volta terminate le ricerche e prelevati i reperti, ndr), che ci hanno consentito, tra le altre scoperte, di verificare la corrispondenza tra la pianta seicentesca dell’Aleotti e i ritrovamenti effettuati, soprattutto murari”.
Un altro obiettivo d’indagine porterà, in questa imminente seconda parte della campagna, all’approfondimento delle ricerche nella ‘vasca da butto’ scoperta in un saggio a meridione, piena di ceramiche e materiali di scarto alimentare che hanno restituito molte informazioni relative a usi, costumi, diete dell’epoca”. “La prima campagna archeologica ha confermato - spiega Guarnieri - la qualità e la quantità di ritrovamenti. Ora servono scavi ulteriori per finalizzare le conoscenze, capire che cosa è rimasto e in che proporzioni”.
A guidare i ragazzi e i volontari nella ricerca scientifica, ci saranno gli archeologi professionisti Flavia Amato, Marco Bruni e Maurizio Molinari, che già hanno seguito la prima fase, anche con lezioni in classe.
Per aderire al progetto occorre contattare il Gruppo Archeologico Ferrarese (GAF) mandando una mail a direzione.gaf@libero.it oppure recarsi in sede (in corso Isonzo 42, presso il centro sociale Acquedotto, al primo piano), che è aperta tutte le settimane il mercoledì e il giovedì dalle 15:30 alle 17:30. Per i volontari l’iscrizione al Gruppo Archeologico Ferrarese, che collabora al progetto, è passaggio fondamentale per poter operare nell’area, visto che garantisce la copertura assicurativa e il supporto dei professionisti assegnati.
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Data pubblicazione
28/09/2023
Aggiornamento
28/09/2023 11:14